Le sfide del Wealth Management 4.0
14 gennaio 2025 – L’ecosistema del wealth e asset management sta affrontando una fase di profonda trasformazione, passando da una relativa stagnazione tecnologica a un futuro caratterizzato da un’accelerata integrazione e innovazione, in cui la combinazione di tecnologia, ecosistemi aperti e il “tocco umano” ridefinirà il ruolo degli operatori del settore.
Dato tale contesto, per i player dell’industria assumono un ruolo cruciale gli investimenti in tecnologia, che si stimano in crescita anche per il prossimo anno. In Italia, in particolare, le previsioni sono di un aumento del 5% rispetto al 2024.
Come evidenziano gli esperti di Objectway, primario fornitore globale di soluzioni fintech nel settore del software per banche, wealth e investment managers, alcuni dei fattori che guideranno la strategia di spesa IT in Italia e in Europa saranno la concorrenza delle fintech e delle neo-bank, la compliance con i requisiti normativi, l’ammodernamento della tecnologia legacy e il miglioramento dell’efficienza operativa. Per il settore finanziario, l’innovazione tecnologica rappresenta quindi non solo una delle principali leve per competere nel mercato ma anche una necessità strategica per affrontare un futuro sempre più digitale e integrato.
E in questo ambito non sorprende che l’industria sia attualmente focalizzata sull’intelligenza artificiale, che può svolgere un ruolo importante, sia per ottenere un risparmio sui costi operativi, attraverso una sempre maggiore automazione dei processi, sia come possibilità di aumento dei ricavi, grazie all’offerta di nuovi servizi a valore aggiunto.
“Nei nostri progetti di innovazione, applichiamo una combinazione di tecnologie che includono anche componenti di IA” spiega Gianbattista Geroldi, CEO di Objectway per l’Italia. “Per fare qualche esempio, utilizziamo queste soluzioni per l’ottimizzazione del portafoglio e del rischio. Grazie a questi strumenti gestiamo i dati non strutturati contenuti in svariati tipi di documenti e moduli, classificandoli automaticamente. Inoltre stiamo lavorando a soluzioni in grado di migliorare e velocizzare l’onboarding dei clienti, semplificando la verifica dei documenti e i controlli di conformità con l’obiettivo di aumentare il tasso di conversione. Infine stiamo introducendo soluzioni di assistenza virtuale che aiutano gli advisor nell’operatività quotidiana e nella gestione efficiente e proficua della relazione coi clienti”
Oltre alla domanda di innovazione tecnologica, sta evolvendo anche la necessità di adottare nuovi modelli di servizio. “Assistiamo infatti a una crescente richiesta di servizi in modalità Business Process as a Service per esternalizzare alcuni processi di business e consentire agli operatori finanziari di automatizzare e ottimizzare l’operatività”.
Si tratta di un’esigenza manifestata non solo dagli operatori di piccole o medie dimensioni, ma sempre più frequentemente anche da istituti di dimensioni significative e appartenenti a gruppi internazionali.
“In linea con queste tendenze, sta evolvendo sia la nostra capacità
operativa, sia il nostro approccio ai clienti” puntualizza Geroldi. “Per quanto riguarda il primo aspetto, siamo cresciuti in modo significativo negli ultimi anni, tanto che ad oggi, per quanto riguarda il mercato italiano, oltre l’80% dei nostri clienti utilizza i nostri servizi in modalità SaaS o BpaaS, con oltre 300 miliardi di asset in gestione”.
Dal punto di vista dell’approccio al mercato, “i clienti ci riconoscono sempre più come un partner strategico, a cui si rivolgono non solo per innovare il loro stack tecnologico, ma anche per ottenere consulenza altamente specializzata per l’ottimizzazione dei processi, la gestione del cambiamento e per essere accompagnati
nell’evoluzione del loro modello di servizio” spiega l’esperto.
Un altro ambito che sta vivendo una profonda trasformazione è la relazione cliente/advisor. Il cliente vuole partecipare sempre più attivamente alle decisioni d’investimento, e questa transizione richiede un ripensamento dei processi e degli strumenti utilizzati dagli operatori finanziari. Per facilitare un’interazione più collaborativa tra cliente e advisor, le piattaforme devono perciò evolvere per supportare nuovi modelli di collaborazione e gestione delle informazioni. “Un aspetto fondamentale è l’adozione di soluzioni che permettano ai clienti di essere attivamente coinvolti, garantendo al contempo sicurezza e controllo dei dati” chiarisce Geroldi. “Anche qui le componenti di AI e l’automazione dei processi giocano un ruolo importante, semplificando il lavoro dei consulenti, che possono concentrarsi maggiormente sulla relazione con i clienti piuttosto che sulle attività amministrative. Le analisi dei dati supportate dall’IA possono inoltre fornire agli advisor una comprensione più approfondita delle esigenze e delle preferenze dei clienti, al fine di offrire soluzioni su misura, consulenza proattiva e un’accurata gestione del rischio”.
In sintesi, per prepararsi alle sfide di domani è fondamentale puntare su tre ambiti: efficienza e scalabilità, personalizzazione, e innovazione sia tecnologica che dei modelli di servizio.
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Nei nostri progetti di innovazione, applichiamo una combinazione di tecnologie che includono anche componenti di IA. Per fare qualche esempio, utilizziamo queste soluzioni per l’ottimizzazione del portafoglio e del rischio. Grazie a questi strumenti gestiamo i dati non strutturati contenuti in svariati tipi di documenti e moduli, classificandoli automaticamente. Inoltre stiamo lavorando a soluzioni in grado di migliorare e velocizzare l’onboarding dei clienti, semplificando la verifica dei documenti e i controlli di conformità con l’obiettivo di aumentare il tasso di conversione.