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Dal 2007 tutti gli operatori finanziari fanno compilare ai propri clienti un questionario per soddisfare il dettato della direttiva europea MiFID (direttiva sui mercati degli strumenti finanziari. La prossima entrata in vigore di MiFID II implica qualche modifica anche per il questionario.
La raccolta delle informazioni sulle caratteristiche dei clienti, al fine della valutazione di adeguatezza dei servizi di investimento (gestione individuale e consulenza), ha come scopo principale la conoscenza del cliente e l’assegnazione ad un determinato gruppo (o profilo) che presenti alcuni profili di omogeneità in termini di rischio delle operazioni finanziarie.
La normativa MiFID, già introdotta nel nostro ordinamento dal novembre 2007 e recepita nel Regolamento Intermediari della Consob, contiene alcune indicazioni circa le materie sulle quali gli intermediari devono indagare al fine di classificare correttamente la clientela in termini di propensione al rischio.
La procedura operativa di profilazione, conforme a quanto richiesto dalla normativa Mifid I (Consob, Regolamento Intermediari, e Linee Guida Esma del 2012) e dalla nuova direttiva Mifid II, ossia la concreta selezione delle domande da includere nel questionario e il relativo processo di elaborazione delle risposte, è invece lasciato all’autonomia degli intermediari.
La struttura del questionario
Il Questionario è costituito da una Premessa e da cinque sezioni di domande, per un totale di venticinque:
- Sezione 1 – Conoscenza in materia di investimenti (5 domande).
- Sezione 2 – Esperienza in materia di investimenti (4 domande).
- Sezione 3 – Situazione economica e finanziaria (6 domande).
- Sezione 4 – Obiettivi di investimento e profilo di rischio (5 domande).
- Sezione 5 – Informazioni anagrafiche (5 domande).
L’assegnazione del profilo di rischio
L’assegnazione di un profilo al cliente è determinata verificando, per ognuna delle sezioni, in quale fascia (intervallo) è compreso il punteggio percentuale ottenuto. La determinazione del profilo complessivo viene effettuata prendendo in considerazione la media ponderata dei risultati ottenuti nelle singole sezioni.
La verifica di coerenza delle risposte
Le risposte alle domande del questionario devono essere sottoposte ad una verifica interna al fine di mettere in evidenza le eventuali incoerenze o incongruenza presenti nelle singole risposte. Alcuni casi di incoerenza possono essere segnalati con un segnale di alert già nella fase di inserimento delle risposte, con una descrizione delle motivazioni dell’incoerenza rilevata.
Analisi quantitativa
È importante sottoporre il questionario ad una simulazione che verifichi, a fronte di un congruo numero di risposte fornite in modo assolutamente casuale, la distribuzione ottenuta nell’assegnazione dei profili di rischio.
L’analisi della probabilità di assegnazione del profilo di rischio, essendo una valutazione ex-ante, si presta particolarmente come attività di supporto agli obblighi di product governance previsti dalla direttiva MiFID II.
Conclusione
Le prime esperienze di applicazione del Questionario hanno evidenziato come l’analisi sistematizzata delle caratteristiche della clientela possa rappresentare un notevole valore aggiunto nella prestazione del servizio di consulenza finanziaria, sia nella fase iniziale del rapporto con il cliente sia nell’attività continuativa di monitoraggio.