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Oggi ha inizio l’edizione 2016 del Salone del Risparmio, evento fondamentale per il mondo italiano della finanza e del FinTech e abbiamo il piacere di parlare con Jean-Luc Gatti, direttore della comunicazione di Assogestioni e responsabile del Salone del Risparmio, cui abbiamo posto alcune domande.
Di edizione in edizione, in che modo il Salone del Risparmio ha visto cambiare le abitudini di risparmio degli italiani?
Jean-Luc Gatti: Dal 2010, anno della prima edizione e del Salone, ad oggi il contesto economico finanziario nazionale e internazionale è sicuramente cambiato molto. Ma un punto fermo è rimasto: gli italiani sono ancora dei buoni risparmiatori e in questi anni, anche se a volte a fatica, sono sempre riusciti a mettere da parte qualcosa. In generale siamo rimasti un popolo prudente, dal punto di vista degli investimenti, e non sempre siamo riusciti a cogliere le opportunità più interessanti. Ma, numeri alla mano, in questi ultimi due anni molti risparmiatori hanno guardato con molta più attenzione al mondo dei fondi comuni; nel solo 2015 i fondi aperti hanno raccolto oltre 94 miliardi, e il 2016 si è aperto con flussi positivi per questi strumenti di circa 5,7 miliardi. È la dimostrazione che gli italiani stanno imparando a mantenere il sangue freddo e, che è cresciuta la consapevolezza che oggi è molto difficile investire da soli; bisogna farlo con strumenti come i fondi comuni che sono diversificati e non fanno correre rischi concentrati.
Come è cambiata nel tempo l’offerta delle istituzioni finanziarie verso il pubblico?
Io credo che i nostri associati abbiano dimostrato in questi anni di saper rispondere alle esigenze degli investitori proponendo sul mercato strumenti in grado non solo di cogliere opportunità in termini di investimento, ma anche di avvicinare quei risparmiatori che vedevano ancora il mondo dei fondi comuni come un mondo troppo rischioso, se confrontato con i titoli di Stato. Penso alla forte evoluzione dei prodotti a cedola e degli strumenti cosiddetti multi-asset.
In generale i player del settore sono chiamati a promuovere un concetto sempre importante e intramontabile come la diversificazione, volto a migliorare l’efficienza dei portafogli dei clienti.
Risparmio e digitale: le tecnologie personali facilitano o complicano la gestione del risparmio? Abbiamo avuto qualche sorpresa piacevole, e magari anche qualcosa di meno piacevole che non ci aspettavamo ma è ugualmente arrivato?
Io credo che ormai nessuno possa più tirarsi indietro: la digitalizzazione del risparmio gestito è ormai realtà. La tecnologia sta cambiando le regole del gioco e come ogni novità a volte spaventa, ma non credo sia corretto parlare di facilitazioni o nuove complessità. Stanno solo cambiando le regole del giorno. La tecnologia sta spingendo asset manager, distributori, consulenti finanziari a ripensare il modo di relazionarsi con la clientela. Per gli operatori è ormai prioritario trovare nuove modalità per guadagnare la fiducia degli investitori e fidelizzarli, anche attraverso un uso più efficace degli strumenti digital e social: un recente sondaggio firmato Cerulli Associates afferma che due terzi dei direttori marketing al lavoro presso le società di gestione del risparmio sono pronti a incrementare il team del proprio staff assumendo figure specializzate proprio nel mondo digital.
Come si può valutare l’autorevolezza dei consigli per risparmiare – o investire – che si trovano su Internet in modo da scegliere sempre il meglio?
Qualunque sia il canale scelto per investire, credo sia opportuno per i risparmiatori avvicinarsi agli investimenti con la giusta consapevolezza di quelle che sono le proprie necessità. Nel mercato finanziario ogni giorno nascono e si modificano le attività e gli strumenti finanziari disponibili: azioni, obbligazioni, certificati, prodotti strutturati, fondi comuni, polizze sono solo alcuni dei prodotti che vengono proposti agli investitori e presentano, ovviamente, caratteristiche spesso molto diverse tra loro e destinate a specifiche tipologie di clientela.
Mi rendo conto che per chi non è del settore saper scegliere tra questi strumenti non sempre è facile, ma rappresenta il primo passo da compiere per realizzare una strategia di investimento efficace.
Suggerisco di non investire in strumenti di cui non si conoscono le caratteristiche; un valido intermediario è quello che ti mette in condizioni di conoscere tutto del prodotto che stai per acquistare. Sono regole semplici ma proprio per questo sempre valide.
Che cosa pensi della nuova tendenza delle istituzioni finanziarie a puntare su un contatto sempre più costante e personalizzato con il singolo cliente?
L’innovazione tecnologica, da un lato, e il ricambio generazionale, dall’altro, stanno generando numerosi cambiamenti nelle modalità di interazione con la clientela. Ormai in tutti i settori, compreso il risparmio, i clienti chiedono di poter usufruire di strumenti in grado di rispondere rapidamente e efficacemente alle loro diverse esigenze: vogliono avere la possibilità di valutare la propria situazione finanziaria e patrimoniale in tempo reale e vogliono operare senza la necessità, o l’obbligo, di spostarsi fisicamente. Ma nello stesso tempo vogliono sapere di poter contare sul supporto umano nel momento in cui si trovano di fronte ad un bivio difficile da gestire. Per questo diventa necessario poter garantire un rapporto personalizzato e rapido alla clientela. E bisogna farlo sfruttando tutti i mezzi a disposizione, innovativi e tradizionali.
Si parla molto di robo-advisory, consulenza finanziaria erogata via Internet in modo automatico, da algoritmi e sistemi variamente intelligenti. Cosa dovrebbe considerare oggi un risparmiatore?
Come accennavo in precedenza, i robo-advisor e la tecnologia in generale sono solo un nuovo mezzo per avvicinarsi al mondo del risparmio e degli investimenti. Ma è importante per i clienti acquisire ampia consapevolezza delle proprie esigenze, dei rischi che si è disposti a correre, dei bisogni di breve e di lungo periodo che si vogliono soddisfare. Solo dopo aver ottenuto il quadro completo di questi elementi un risparmiatore può e deve decidere. Il consiglio che mi sento di dare è non cadere nella trappola del fai-da-te. Oggi la facilità di utilizzo di molti strumenti, legata al forte sviluppo della tecnologia, può spingere molti a credere di non aver più bisogno di una consulenza professionale. Questo è un errore da non commettere: meglio sempre poter contare, quando si parla di risparmio, sul supporto di un professionista del settore.
Tra tante cose interessanti che sarà possibile sentire e vedere al Salone del Risparmio, c’è qualche aspetto che vorresti sottolineare particolarmente?
Demografia, liquidità e sviluppo sono le tre parole chiave dell’edizione 2016 del Salone del Risparmio. Tre termini che evidenziano al meglio quella che è una vera e propria rivoluzione che vedrà il risparmio protagonista, sia dal punto di vista privato, sia sul fronte politico. Anche quest’anno quindi il Salone del Risparmio si prefigge come luogo di incontro per riflettere sul futuro dell’industria, dei risparmi personali degli italiani e della stessa crescita del Paese.